domenica, aprile 09, 2006

Il mio voto

E’ stata una campagna che mi ha lasciato l’amaro in bocca: votare dovrebbe essere la festa degli italiani. Toni accesi, parole grosse, e non parlo solo da parte dei leader.
Qualcuno per farsi pubblicità ha utilizzato il logo dello stato con tanto di lettera protocollata. Qualcuno incazzato a mille con l’euro mi ha apostrofato smentendo tutti i miei professori di economia e le teorie economiche mondiali. Qualcuno, militante da anni, ha perso la fiducia in tutti i politici e non andrà a votare. Qualcuno è ancora arrabbiato per lo sdoganamento dei coglioni, come mai era capitato nella storia della repubblica italiana.
Sui cartelloni non si sono capite le coalizioni né tanto meno se un partito dei pensionati o dei socialisti stava da una parte o dall’altra.
Ho sentito amici insultati perché solo imprenditori da qualcuno che ha abbinato imprenditore con evasore. Ho sentito colleghi da anni fanculizzarsi a vicenda.
Si è urlato per slogan e per partito preso, ma si sono dimenticate le persone: la stessa legge elettorale si è dimenticata delle persone. Persone comunque sull'orlo di una crisi di nervi.
Sono andato a votare e, comunque vada, ho perso.

1 Commenti:

il giorno 09 aprile, 2006 22:53, Anonymous Anonimo scrive...

Triste e amaro, ma vero

 

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