giovedì, novembre 10, 2005

Lavoro = pace

Dopo gli ennesimi scontri notturni parigini, mi sono riproposto di scriverne un commento. Ora saltano al pettine nodi mai risolti: città satelliti, architettonicamente costruite per essere dormitori, integrazione mai veramente realizzata per via dei distinguo di ciascuno, illusione pubblicitaria di avere tutto e subito.
I miti facili e veloci vanno presto in frantumi.
La classe politica ha le sue colpe nel ghettizzare le persone.
Credo che l’unico strumento di pace, di vera pace sociale, sia il lavoro.
Si dovrebbe cercare di dare un lavoro a tutti, anche se non tutti sono portati o possono fare gli amministratori delegati!
Si ridurrebbero drasticamente gli ammortizzatori sociali e farebbe rigirare l’economia, non il profitto sfrenato di pochi imprenditori!
Il lavoro occupa una persona per l’intera giornata, gli dà uno scopo di vita, dei soldi in cambio e non si ha più tempo per andare ad incendiare la “propria” auto.
Nel panorama italiano, i soliti imbecilli non avrebbero più tempo ad esempio di andare allo stadio solo per i tafferugli.
Visto che hanno tempo ed energie per sfogarsi, propongo di organizzare dei campi di lavoro gratuiti per edificare opere della collettività, anche, mio malgrado, se fosse la costruzione del passante di Mestre!