venerdì, gennaio 28, 2005

COPACO

Finalmente posso dire anche io cosa fa e cos'è COPACO e questa sera andrò a letto contento.

ROMA (di ANTONELLO CAPORALE) - L'avesse saputo prima, Silvio Berlusconi avrebbe rinunciato all'edificazione dell'anfiteatro e anche del laghetto, delle piscine alimentate con acqua marina, la sua nababbo-terapia. Sicuramente avrebbe preferito sacrificarsi, magari restarsene chiuso tra le quattro mura di villa Certosa, carezzare con gli occhi il parquet in rovere americano delimitato da cornici di granito fantasy fiammato, e puntare al mare smeraldo di Sardegna. Perché adesso che i lavori sono terminati, tutti condotti in modo splendido dall'architetto Gianni Gamondi, l'agrumeto è magnifico, come pure la quercia, il viale degli ulivi, e anche l'erbetta è cresciuta, adesso che villa Certosa splende come e più di una reggia, a Roma azzannano documenti e codicilli per tentare di dichiarare semi abusiva la mirabile opera architettonica di Punta Lada. Ieri il Copaco, che è il comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza e sul segreto di Stato, si è riunito per visionare le carte di villa Certosa e offrire un giudizio sulla qualità del piano antiterrorismo nazionale che ha delimitato l'area, anzi ogni singola margherita del prato, sottratta a qualunque forma di pubblicità e intrusione. Segreto di Stato: così sono state catalogate dal ministro Pisanu le opere dell'architetto, invece decise all'unico scopo di elevare al massimo l'incolumità e la sicurezza del presidente del Consiglio. Ma perché il Copaco, presieduto da Enzo Bianco, amico di Rutelli ed esponente dell'opposizione, si è mischiato in questi affari? Perché, purtroppo, la legge impone che ogni atto al quale venga apposto il segreto sia poi trasmesso all'organismo parlamentare. E il segreto perché è stato apposto? Perché un giorno, a maggio dello scorso anno, il sostituto procuratore della Repubblica di Tempio Pausania voleva procedere a un sopralluogo nella villa Certosa.
Sopralluogo? Un aereo del corpo forestale aveva scattato 60 immagini digitali con le quali aveva ripreso tutte le opere, persino i conci in granito sardo, descritto il cantiere edile in tutta la sua effervescente laboriosità, individuato cazzuole, carpentieri e idraulici. Punta Lada, bellissima, è sottoposta a vincoli di inedificabilità assoluta. L'anfiteatro si poteva fare? Forse no. E il tunnel che porta al mare? Il tunnel sì? Forse nemmeno il tunnel. Prima che il magistrato entrasse, l'avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini, gli fece presente "verbalmente" la novità: le opere - assicurò - sono nel pieno rispetto della legge, ma lei non le può vedere perché sottoposte al segreto. Seguì uno scambio di lettere con il ministero dell'Interno. In verità Ghedini chiese a Pisanu di permettere "gentilmente" al procuratore di dare un'occhiata veloce. Ma Pisanu fu irremovibile: non si può, al fine di "preservare la conoscibilità dei luoghi". E da qui si è partiti per finire ieri all'animosa riunione del Copaco. Se è apposto il segreto, il Parlamento deve esserne informato. Chi informa il Parlamento? Il presidente del Consiglio, l'unico titolato. Ma Berlusconi, ritenendosi in conflitto d'interessi, ha delegato Gianni Letta. Letta ha comunicato, ma si è dimenticato di accludere il decreto di Pisanu. I commissari, quattro di maggioranza e quattro di opposizione, hanno iniziato a battibeccare. "Senza la lettura del decreto come possiamo valutare?", ha iniziato il diessino Peppino Caldarola. Stai facendo domande senza senso, ha ribattuto Fabrizio Cicchitto. Caldarola non è indietreggiato: "Perché la villa al mare è così difesa dai nostri sguardi, e quella di Arcore no? Berlusconi passa le giornate a palazzo Grazioli, ma lì non c'è segreto. E non vorrei dire, ma è il caso che il nostro presidente si rifugi in una zona scoperta da un adeguato sistema di difesa terra-aria? E poi un'ultima domanda: Se tutti sanno che in caso di terrorismo Berlusconi si rifugerà in Costa Smeralda, dunque d'estate e d'inverno e anche con il mare mosso, allora il segreto che razza di segreto è". Sul punto è intervenuto il presidente Bianco: io scriverò a Letta e gli chiederò i decreti di Pisanu. Non ci pensare, non hai la nostra autorizzazione, gli hanno risposto i commissari della maggioranza. "Allora glieli chiederò a titolo privato", ha concluso il presidente. Domani parte la lettera, e come sempre Letta avrà bisogno di un'aspirina per il mal di testa che sicuramente gli provocherà. Per sovrammercato, la questione, che oggi appare tutta tinta di politica, è deferita anche al giudizio dell'eccellentissima Corte costituzionale a cui i magistrati sardi si sono rivolti domandando: dov'è il segreto se ogni cactus, ogni filo d'erba e ogni pietra sono stati immortalati e recensiti nel libro "Ville esclusive & resorts. Le architetture di Gianni Gamondi"? E infine, perché al cantastorie Mariano Apicella è permesso di entrare nella villa e a noi no?".